APPRENDIMENTO COOPERATIVO: la nostra esperienza.

PREMESSA: spesso parlando di didattica si usa la dicitura “apprendimento cooperativo” come se fosse un sinonimo di “lavoro di gruppo” o di “didattica laboratoriale”. In realtà l’apprendimento cooperativo non è una modalità che si utilizza in modo estemporaneo ma un vero e proprio metodo di lavoro su cui strutturare la vita di classe nel lungo periodo, con modalità e ruoli ben definiti.

DI COSA SI TRATTA?  L’apprendimento cooperativo è un metodo di conduzione della classe che utilizza piccoli gruppi (eterogenei al loro interno, omogenei tra loro) in cui gli alunni lavorano insieme per arrivare ad un obiettivo condiviso.

Alcune delle caratteristiche del cooperative learning (di seguito indicato come CL) sono: l’interdipendenza positiva fra i membri del gruppo, la responsabilità della leadership condivisa fra tutti i suoi membri, l’instaurarsi di un’interrelazione positiva (o interazione costruttiva diretta), l’insegnamento diretto delle abilità sociali (in particolare quelle relazionali) necessarie a instaurare dei rapporti di collaborazione all’interno del gruppo, la valutazione non solo individuale ma anche di gruppo. Nei gruppi tradizionali o spontanei, invece, ognuno si preoccupa di imparare per se stesso (senza sentirsi responsabile dell’apprendimento altrui), vi è un solo leader che di solito guida il gruppo, si dà maggiore attenzione ai livelli di apprendimento conseguiti che non alle relazioni instauratesi fra i membri del gruppo, la valutazione è solo di gruppo e questo può disincentivare la partecipazione adeguata di alcuni membri del gruppo che cercheranno così di trarre un vantaggio dallo stesso. Quelli citati rappresentano i 5 elementi considerati da diversi autori essenziali al fine della cooperazione all’interno del gruppo. Ma vi sono ulteriori caratteristiche che contraddistinguono i gruppi di CL dai gruppi tradizionali: la formazione del gruppo secondo criteri di eterogeneità anziché in maniera omogenea (ad esempio per livello di prestazione) o causale, come avviene nel gruppo tradizionale; la possibilità per l’insegnante di intervenire, dando un feedback rispetto al modo di relazionarsi dei membri del gruppo versus interventi di mero recupero o pacificazione delle tensioni; l’autonomia del gruppo versus i continui interventi dell’insegnante.

Ritornando alle 5 caratteristiche essenziali del CL, proviamo a individuare alcuni degli elementi più significativi che determinano l’efficacia di questa metodologia:

1) Interdipendenza positiva

E’ una caratteristica essenziale del Cooperative Learning, caratterizzata dal fatto che il gruppo non può raggiungere un determinato risultato senza l’apporto di ogni suo componente. Il successo del gruppo è dato da un vero e proprio lavoro di squadra e per questo a ognuno deve essere attribuita una responsabilità specifica. Gli alunni imparano in questo modo che il raggiungimento del profitto personale non è l’unica finalità del processo di apprendimento.

2) Responsabilità individuale e di gruppo

La responsabilità è individuale rispetto al ruolo che viene attribuito a ogni componente del gruppo, mentre è collettiva rispetto agli obiettivi comuni e condivisi che devono essere raggiunti. Questo comporta che ognuno deve essere messo in grado di conoscere la finalità generale del lavoro di gruppo, i metodi da utilizzare e gli strumenti da adottare. Inoltre, ognuno deve essere messo in grado di apportare al gruppo le proprie competenze specifiche. Questo aspetto è strettamente legato a quello della valutazione che non a caso riguarda il singolo membro del gruppo e il gruppo nel suo insieme.

3) Interazione costruttiva

L’interrelazione fra i membri del gruppo è l’elemento che, da una parte permette di raggiungere l’obiettivo della conoscenza, dall’altro quello del superamento dei conflitti all’interno delle relazioni instauratesi nel gruppo. La finalità di tale interazione è dunque lo scambio reciproco e il sostegno e deve essere costruttiva cioè basata sulla fiducia reciproca e sull’accettazione dell’altro. Questo vuol dire non ridicolizzare l’altro, non criticarlo in sé come persona ma criticare le sue idee. Ciò spingerà, inoltre, le persone a esprimere con tranquillità le proprie opinioni, senza temere di essere giudicati per questo. La condivisione delle risorse ma anche delle paure all’interno del gruppo, nell’ottica di un reciproco sostegno, aiuterà a lavorare non solo sugli obiettivi dell’apprendimento in sé (e sulle diverse discipline oggetto di studio) ma anche sulla costruzione di relazioni positive, che potranno rivelarsi preziose nei momenti difficoltà che gli allievi incontreranno nel loro percorso scolastico.

4) Abilità sociali

Nei piccoli gruppi occorre avere o sviluppare delle abilità sociali (prima di tutto la capacità di relazione) senza le quali non è possibile attuare un vero e proprio Cooperative Learning. Molti insegnanti pensano che le abilità sociali siano qualcosa di quasi innato negli studenti e che non sia necessario spiegarle loro. Ma l’esperienza dimostra l’esatto contrario e del resto la mancanza di abilità sociali è uno degli ostacoli principali, specie all’inizio di un percorso di apprendimento cooperativo, a un proficuo lavoro di gruppo. La capacità di comunicazione, la capacità di prendere decisioni, la funzione di guida, le strategie di soluzione positiva dei conflitti sono tutte abilità sociali che si possono e si devono apprendere nei gruppi di lavoro cooperativo. Una società competitiva e individualistica come quella attuale non facilita di certo l’apprendimento delle abilità sociali e da questo punto di vista la scuola può diventare un importante anello di congiunzione fra le storie individuali e la costruzione di una solidarietà collettiva. Le conoscenze e abilità sociali ovvero relative alla gestione dei rapporti all’interno del gruppo devono essere insegnate allo stesso modo in cui si insegnano le conoscenze e abilità disciplinari. Tuttavia, la trasformazione delle abilità sociali in competenze sociali è un processo piuttosto lungo; si tratta quindi di un risultato non raggiungibile nell’immediato ovvero all’inizio di un processo di apprendimento cooperativo.

5) Autovalutazione di gruppo

Il gruppo deve essere messo in grado di autovalutare il proprio processo formativo, quindi individuare gli elementi positivi e negativi delle proprie azioni, al fine di modificare alcuni comportamenti che possono incidere sull’efficacia del lavoro di gruppo e di conseguenza sull’apprendimento. La valutazione deve includere un monitoraggio durante il corso dei lavori e una valutazione finale complessiva di tutto il processo. Oggetto di valutazione devono essere sia i comportamenti individuali che quelli del gruppo nel suo complesso, anche rispetto ai risultati raggiungibili da un punto di vista didattico. Come per l’apprendimento delle abilità sociali, imparare ad autovalutarsi non è un fatto immediato ma un processo lungo che richiede la mediazione dell’insegnante.

Il Cooperative learning, oltre che dai tradizionali lavori di gruppo si distingue anche da altre forme di approccio collaborativo quali ad esempio le diverse forme di tutoraggio. Per tale motivo ovvero per evitare confusione fra le diverse pratiche didattiche, alcuni autori ritengono che sia meglio utilizzare la dizione di Cooperative Learning.

Ma al di là delle definizioni è importante configurare il CL come “un ambiente di lavoro e una strategia didattica”: infatti, se le teorie e le tecniche che sono alla base del CL possono variare anche notevolmente a seconda degli autori, tutti concordano nel ritenere che l’elemento centrale sia dato dalla effettiva ed efficace cooperazione fra gli alunni. La collaborazione tra alunni risulta l’elemento centrale in tutte le tecniche che si basano sulla mediazione sociale come l’apprendimento cooperativo: in tal modo si creano i presupposti per un’educazione efficace di tutti gli allievi, compresi quelli che sono a rischio di dispersione, quelli che sono portatori di difficoltà e bisogni speciali e quelli diversamente abili.

IL RUOLO DEL DOCENTE:

Il ruolo dell’insegnante e degli alunni si modificano non poco nell’applicazione di un metodo di tipo cooperativo. In effetti l’insegnante continua ad avere un ruolo attivo ma diverso da quello proprio dei metodi tradizionali di insegnamento/apprendimento: è importante il suo contributo nella fase preliminare ovvero nella preparazione della lezione, affinché siano predisposte le ormai note condizioni che rendono efficace un gruppo di CL; ma è importante il suo intervento anche nel corso della lezione, specie al fine di osservare il gruppo (è opportuno che l’insegnante passi continuamente fra i gruppi) e di intervenire, se necessario. In sintesi l’insegnante ha il compito di:

–  formare i gruppi in maniera eterogenea;

–  individuare i compiti;

–  specificare gli obiettivi da raggiungere;

–  insegnare le competenze sociali;

–  stimolare l’impegno

–  osservare il lavoro di gruppo

–  valutare i singoli e il gruppo

Tutto ciò comporta che l’attenzione si sposti dalla cattedra all’aula intera e ciò da un punto di vista didattico rappresenta sicuramente un cambiamento di prospettiva.

IL RUOLO DEGLI STUDENTI:

Quanto al ruolo degli studenti, il loro coinvolgimento nelle attività didattiche è molto più attivo e responsabilizzante rispetto al proprio apprendimento. Inoltre gli studenti percepiscono l’importanza di ogni membro del gruppo, quindi aumentano la fiducia in se stessi e l’autostima. Infine essi imparano a praticare concretamente il principio di solidarietà. In definitiva i compiti degli alunni possono essere così sintetizzati:

–  partecipare attivamente al lavoro di gruppo, mettendo a disposizione ognuno le proprie risorse;

–  collaborare affinché si instaurino delle relazioni positive all’interno del gruppo;

–  sentirsi responsabili del proprio apprendimento e di quello altrui;

–  dividersi i compiti;

–  sostenere le persone con maggiori difficoltà.

Di fatto il ruolo degli allievi coincide con la messa in pratica delle cinque caratteristiche essenziali del CL elencate precedentemente.

LA NOSTRA ESPERIENZA: 

spesso si ritiene che queste modalità didattiche non possano essere applicate in classi che vedono al proprio interno casi di bisogni educativi speciali o elevata conflittualità: il nostro vissuto didattico rispetto a questo assunto è differente. Si tratta di una metodologia che rafforza la motivazione e da questo punto di vista va maggiormente incontro a coloro che hanno necessità particolari, a volte frustrate dalla tradizionale e quotidiana pratica dell’insegnamento che può risultare demotivante. Infine è importante sottolineare che “l’apprendimento cooperativo migliora e rinforza le relazioni interpersonali fra studenti con bisogni educativi speciali e non. Infatti, quando la classe assume un atteggiamento cooperativo anziché competitivo, gli studenti disabili possono contribuire al successo del gruppo ed è più probabile che in questo modo siano da esso accettati.

PICCOLA BIBLIOGRAFIA da cui partire: 

  • “Con gli altri imparo :Far funzionare la classe come gruppo di apprendimento” di Novara, Passerini, Ed. Erickson. PER ACQUISTARLO SU AMAZON: https://amzn.to/2CiT65U
  • IANES D., Didattica speciale per l’integrazione, ed. Erickson, Trento, 2001.

VIDEO (a cura di SCUOLA INTERATTIVA) CHE SPIEGA COS’É IL COOPERATIVE LEARNING

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