Scuola senza zaino

Qualche settimana fa vi abbiamo chiesto di condividere le vostre esperienze ed opinioni riguardo questo nuovo modo di fare scuola.

scuola snza zaino

L’interesse per la Scuola Senza Zaino ci ha portato a voler approfondire in prima persona l’argomento facendo una ricerca su testi specifici e visitando alcune scuole del territorio che hanno adottato questo modello didattico.

Il movimento delle scuole Senza Zaino è iniziato in un Istituto Comprensivo di Lucca nel 2003 e in pochi anni si è diffuso in tutta la penisola arrivando a contare oltre 900 classi attuali e più di 100 istituti.

Il fondatore del movimento, il dirigente scolastico Marco Orsi, iniziò a immaginare e poi mettere in pratica un nuovo modo di fare scuola, più vicino alle esigenze dei bambini di oggi. Per fare questo partì da un piccola ma significativa rivoluzione: abolire lo zaino. Perché lo zaino? Lo zaino è un oggetto che fa pensare a situazioni disagevoli; e, in particolar modo, rivela come lo studente necessiti di avere con sé una dotazione di cose indispensabili per attrezzare un ambiente (l’aula) piuttosto spoglio. Inoltre tale riflessione porterebbe a ritenere uno zaino che contiene libri e quaderni divisi per discipline metafora di una trasmissione del sapere frantumato, diviso. La riflessione condotta da Orsi sullo zaino e su tutti gli oggetti legati alla scuola è molto interessante e ricca di stimoli perché fa capire quanto la presenza e l’uso di semplici oggetti rimandi in realtà ad un’intera visione del sapere e anche dell’educazione.

Per questi motivi nelle scuole SZ si invitano i genitori a non comprare lo zaino e gli altri materiali ma ad acquistare insieme, su consiglio delle insegnanti, una serie di materiali di cancelleria, parte dei quali vengono collocati negli scaffali e in altri spazi e gestiti in comune dagli alunni. Lo zaino viene sostituito da una semplice e compatta cartella sulla quale compare il nome dell’alunno e il logo del progetto.

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Ecco che si inizia a costruire una modalità di scuola maggiormente legata al valore della comunità, accogliente, dove l’ambiente viene predisposto in modo tale da stimolare i ragazzi all’autonomia, al fare da soli. Nella pratica questa visione si traduce nell’organizzazione dello spazio orizzontale tramite l’allestimento di aree di lavoro che rendano possibili la differenziazione del lavoro e il cooperative learning.  In particolare l’aula è divisa in 5/6 aree di lavoro (tavoli, agorà, area per attività scientifiche, area per attività artistiche , angolo computer,ecc.). L’aula prevede quindi un luogo di incontro per gli studenti, denominato agorà o forum, particolarmente significativo per la comunità della classe.

L’agorà è il luogo per radunarsi, la piazza in cui, nelle città dell’antica Grecia, si tenevano il mercato e le assemblee pubbliche. Nell’agorà Senza Zaino si tengono diverse attività: la lettura personale, la spiegazione di un concetto, l’ascolto e la discussione guidata, l’assunzione di decisioni che riguardano la vita della comunità, lo scambio e il confronto tra studenti.

Inoltre viene dato molto peso anche alla sistemazione dello spazio verticale: l’etichettatura di strumenti didattici di lavoro nelle scaffalature, la predisposizione della cartellonistica alle pareti.

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Nell’aula senza zaino sono previste attività uguali per tutti e attività diverse che però confluiscono verso obiettivi comuni.

Dopo comunità, altra parola chiave della scuola SZ è Responsabilità: essa rimanda alla capacità e libertà dello studente di cogliere il senso delle attività proposte, rendendolo parte attiva in ogni momento della giornata e facendo leva sulla sua motivazione.

Nella pratica scolastica, sono gli strumenti didattici che possono favorire la conquista dell’autonomia e il rinforzo del senso di responsabilità. Quelli maggiormente in uso nelle scuole SZ sono: una segnaletica per rispettare il silenzio o per definire il momento di lavoro senza l’aiuto del docente, il pannello degli incarichi/ruoli; gli schedari auto-correttivi che consentono di esercitarsi e di avanzare in modo progressivo ed autonomo, il timetable che presenta le attività della giornata, il Manuale che raccoglie i vari documenti della classe, i materiali per il Laboratorio di scienze, i giochi matematici, la scheda di registrazione delle attività personali, i libri e le enciclopedie, i software didattici, la LIM, ecc.

La responsabilità e la motivazione sono strettamente connesse alla scelta delle attività da svolgere, che devono essere il più autentiche possibile. Per la scelta nelle attività ci sono vari modi, tempi e spazi per svolgere un lavoro: un racconto può essere disegnato, riferito a parole o sintetizzato per scritto. I compiti possono stimolare intelligenze diverse e permettere l’impiego di canali di apprendimento simbolici, pratici e iconici.

Negli spazi, la stessa attività può essere eseguita nell’agorà, nei tavoli, nel mini-laboratorio.

Per i tempi di lavoro, si può scegliere cosa fare nella giornata, nella settimana, nei quindici giorni.

Ciò che è importante è concedere la possibilità di scegliere, facendo registrare il tutto su un apposito registro, stimolando lo studente ad esplorare tutte le opportunità possibili.

Svolgere attività autentiche significa lavorare con problemi e situazioni reali, attinenti alla vita di tutti i giorni. Se troppo astratta  poco calata nel vivere quotidiano la scuola rischia di diventare un luogo di esercizio continuo, un ambiente di preparazione alla vita, senza concedere la responsabilità di mettersi davvero in gioco.

Essere responsabili significa scoprire la realtà circostante, fare le proprie scelte, operare proposte, avere idee brillanti imparando dai popri errori, senza aver paura dell’errore.

Gli spazi della scuola SZ sono organizzati per concretizzare  il più possibile l’idea di Comunità e permettere l’incontro e il lavoro condiviso dei docenti e degli allievi.

Lo spazio-aula è strutturato in aree e prevede un luogo di incontro per gli allievi, denominato agorà o forum, particolarmente significativo per la comunità-classe.

L’agorà è il luogo per radunarsi, la piazza in cui, nelle città dell’antica Grecia, si tenevano il mercato e le assemblee pubbliche. Nell’Agorà SZ si tengono diverse attività: la lettura personale e della spiegazione di avanzamento disciplinare: l’ascolto e la discussione guidata; l’assunzione di decisioni che riguardano la vita della comunità e lo scambio e il confronto tra gli allievi e degli allievi con il docente.

Nell’Auditorium, gli allievi si ritrovano in assemblea e per tenere conferenze.

Il concetto di Comunità si fonda sull’evidenza che l’apprendimento è un fenomeno sociale e avviene dentro relazioni significative. La cura della qualità di queste relazioni aiuta i comportamenti prosociali e collaborativi, che alimentano la condivisione e la negoziazione di significati.

Il valore Comunità si esprime anche nella stanza dei docenti, che Senza Zaino cura con particolare attenzione per aiutare la costituzione di una comunità professionale.

La Comunità è di pensiero, visione e pratiche e deve essere anche di luogo.

Non c’è comunità professionale senza un suo luogo fisico. I docenti in Italia spesso non hanno uno spazio per ritrovarsi nelle loro scuole. Nelle scuole secondarie, dove pure questo luogo esiste, è spesso un luogo di transito e di appoggio; scarsamente attrezzato per sostare con pochi strumenti e materiali di lavoro, poco organizzato per favorire il lavoro individuale e di team. Spesso anche brutto e poco curato.

Comunità è condividere le pianificazioni.

In SZ, ogni comunità scolastica costruisce e redige il proprio planning: un documento progettuale collegato al PTOF dell’Istituto che elenca e descrive nel dettaglio le attività, le caratteristiche e gli eventi specifici della singola scuola e che permette ai docenti, agli alunni e ai genitori di visualizzare gli impegni condivisi per l’anno scolastico. È uno strumento per creare scuole-comunità, aiutando a superare la chiusura della classe/sezione e le formulazioni generali e spesso astratte del Piano dell’Offerta Formativa.

La comunità scolastica è contemporaneamente

– comunità di apprendimento: in cui imparare significa attitudine, e non solo attività

– comunità collegiale: orchestrata dalla condivisione della missione da parte dei suoi membri nell’ottica di un comune beneficio

comunità di cura: data da relazioni morali, in cui ognuno si impegna verso gli altri

comunità inclusiva: persone differenti orientate al rispetto reciproco

comunità di ricerca: che usa il problem solving e un costante approfondimento collettivo delle possibili soluzioni.

La scuola diventa un sistema di relazioni. E il Sistema evolve verso una comunità di pratiche. Una comunità educante, nel continuo scambio di conoscenze tra docenti e allievi; l’apprendimento è “situato” e sociale: non appartiene più ai singoli, ma è patrimonio posseduto all’interno della cornice più ampia di cui essi fanno parte.

Per ulteriori appronfondimenti consigliamo:

 

Marco Orsi “A scuola senza zaino.  Il metodo del curricolo globale per una didattica innovativa”, ed. Erickson

Una opinione su "Scuola senza zaino"

  1. Grazie di meravigliosa invio! I veramente gradito la lettura, si potrebbe essere si può essere .
    Mi essere sicuri di bookmark tuo blog e volontà tornare ad un certo punto .
    Voglio incoraggiare uno a Continua il vostro grande lavoro,
    hai un bel fine settimana di vacanza ! Maramures Grazie,
    buona giornata!

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