“Mamma posso avere un cellulare?”, “Papà perché tu hai il telefono ed io no?”,”Maestra, posso portare il tablet a scuola?”
Sono solo alcune delle molteplici richieste relative alla tecnologia che ci pongono i nostri nativi digitali, per cui la tecnologia è parte integrante della quotidianità. Spesso però non ci rendiamo conto che non è solo una questione da dirimere con i bambini ma che riguarda anche noi adulti.
Siamo partiti da una lettura: “Stasera niente cellulare” di Antonio Ferrara, edito da Le rane interlinea.
Il piccolo protagonista rompe per sbaglio il cellulare del papà, il quale si trova suo malgrado a dover costruire una nuova normalità senza lo schermo del telefono a cui prestare costante attenzione. I bambini scoprono dunque una parte della personalità del papà che non conoscevano: un padre bravo a leggere, che dà consigli appassionati sulle vicende di scuola e ascolta con attenzione i racconti sulle esperienze dei figli.
Lo abbiamo trovato il “lancio” perfetto per una riflessione che sia orizzontale, condivisa sulle tecnologie e lo spazio che occupano nella vita familiare. Non è un libro di regole, che mette il bambino al centro della riflessione ma, per una volta, è l’adulto ad avere bisogno di regole. Da questo punto si può partire per riflettere insieme sulle regole da avere in casa sull’uso degli schermi: chi li può usare? Quando? Per quanto tempo? Quali sono le eccezioni accettabili alle regole stabilite? Quali saranno le conseguenze per chi non le rispetta? E poi si può iniziare un ragionamento sull’uso positivo dei device: quali sono le cose positive che ci aiutano a fare? Come usarli bene anche fuori casa? Quali regole ci diamo a scuola?
Le illustrazioni sono il corredo perfetto per la storia e le ultime pagine nascondono una piccola sorpresa: la richiesta di inventare nuove storie con i personaggi e gli oggetti presenti nel libro.
Un libro delicato, senza paternalismi e senza la pretesa di insegnare qualcosa ad ogni costo ma che coinvolge il lettore per la sua dolce normalità, che fa immedesimare i bambini e li coinvolge in prima persona.
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