INTRODUZIONE:
Cristina Grieco, Lara Porciatti, Marco Orsi, Carlo Fiorentini, Silvia Baldaccini, Rossana Nencini, Daniela Pampaloni, Luisella Nannetti.
Le esperienze Senza Zaino nelle scuole toscane
Silvia Baldaccini – Dirigente scolastico dell’IIS “A.M. Enriques Agnoletti” di Sesto Fiorentino (FI), scuola capofila della Rete delle Scuole dei Laboratori del Sapere Scientifico
Rossana Nencini – Docente IC Barberino di Mugello (FI)
Daniela Pampaloni – Dirigente Scolastico dell’IC ” G. Mariti “di Fauglia (LU), responsabile nazionale della Rete Scuola Senza Zaino
Luisella Nannetti – Docente IC Vannini Lazzeretti, Castel del Piano (GR)
Sito di riferimento: http://www.senzazaino.it/
Il workshop si è aperto con il saluto dell’assessore all’Istruzione della Regione Toscana: Dottoressa Cristina Grieco.
Il prof. Marco Orsi, fondatore di “Senza Zaino” richiama i tre valori alla base di questa concezione di scuola:
- Responsabilità: un Concetto che arriva da un’autonomia personale ben sviluppata ed una motivazione intrinseca,slegata quindi da voti e giudizi.Quest’idea di scuola è incentrata su un rapporto olistico con lo sviluppo del bambino: E affinché i bambini vengano serenamente scuola è necessario che siano motivati a frequentare indipendentemente dai voti che possono conseguire.
- Comunità: il senso di comunità si esplicita su più fronti. All’interno del mondo dei bambini con incoraggiamento attivo di forme di peer education e di tutoring tra alunni di diverse età. Il senso di comunità e neanche la comunità professionale che si sta alimentando del gruppo docente di tutto il personale che lavora al funzionamento della scuola.
- Ospitalità Lo spazio è accogliente ed inclusivo per tutti. Insegnante non ha più uno spazio separato Che coincide con la cattedra ma un angolo che fa da base, ma di fatto condivide lo spazio con i suoi alunni. I tavoli dei bambini sono aggregati per favorire il lavoro di gruppo e lo spazio dell’aula è attrezzato con diverse aree di lavoro. L’ospitalità viene estrinsecata anche dal fatto di utilizzare con pari dignità diversi linguaggi, non privilegiando solamente il canale verbale che non è necessariamente inclusivo. Una metodologia non standardizzata quindi permette a ciascun alunno di essere accolto nella sua interezza, originalità e unicità.
Il gesto di togliere lo zaino e sia reale sia simbolico: simbolicamente ci si discosta dal sapere e dal modello di scuola tradizionale, mentre concretamente si fa riferimento all’ambiente scolastico come luogo dove trovare tutto ciò che è necessario all’apprendimento.
Nel modello di Senza Zaino quindi l’ambiente e la comunità educante sono parte integrante l’una dell’altra.
I relatori hanno spesso sottolineato come quello della comunità (Comune, gruppo genitori,dirigenza scolastica, personale ATA) abbia trovato un motivo di orgoglio nella partecipazione in questo modello educativo perché ha portato elementi di novità e di prestigio in ambienti che sembravano destinati ad essere dimenticati.
Particolarmente coinvolgente stato il riferimento alla necessità di una bellezza dell’ambiente che circonda i bambini e le persone che lavorano Senza Zaino; la bellezza e la cura tradiscono l’intento di prendersi cura in modo consapevole e attento dell’ambiente come delle persone.
Un approccio che ha sicuramente delle enormi potenzialità e delle splendide realizzazioni,ma che necessita di una presa in carico consapevole da parte dei docenti, che devono sottostare ad una rigorosa formazione e progettare con lungimiranza affinché il modello possa durare nel tempo.