PREMESSA: l’insegnamento è considerato tra le professioni più predisposte allo sviluppo di problemi di salute mentale (ansia, depressione, rabbia, etc.), malattie fisiche (mal di testa, ulcera, reattività cardiovascolare, etc.), o sintomi comportamentali (assenza per malattia, minore impegno, assenteismo, etc.), (Pulido-Martos, Lopez-Zafra, Estévez-López, e Augusto-Landa, 2016).
Questo nostro post non vuole assolutamente sostituirsi ai professionisti deputati alla gestione di problemi così seri ma vogliamo dare il nostro contributo per eliminare parte dello stigma associato a questo argomento. Cerchiamo di costruire ambienti positivi e accoglienti non solo per gli alunni ma anche per i colleghi.
Incoraggiamo chiunque stia sperimentando un momento difficile, che sospetta possa essere legato allo stress lavorativo, a rivolgersi al proprio medico di fiducia per un parere.
Ci sono degli accorgimenti che possiamo adottare per non finire in una situazione di burnout, questi sono i nostri:
- PARLA CON UN AMICO INSEGNANTE: è fondamentale avere una persona fidata che svolga il nostro stesso lavoro per essere compresi. Spesso le famiglie degli insegnanti accolgono i loro sfoghi ma non riescono a comprendere le dinamiche complesse che muovono il microcosmo che è una scuola. Avere un riferimento professionale è davvero importante: se questo non fosse possibile, non rinunciate a sfogarvi ma fatelo con una persona che non vi faccia sentire giudicati.
- PIANIFICA (MA SENZA ESAGERARE): una forte fonte di stress è il dover improvvisare le lezioni o il non aver chiari gli impegni burocratici e doverli adempiere in fretta. Ogni domenica sera apriamo il calendario (ideale è sincronizzare il calendario del cellulare con gli impegni) e cerchiamo di fare il punto delle situazione, anche aiutandoci con carta e penna: abbiamo un’idea di attività per ognuna delle giornate in classe? Abbiamo impegni con i genitori? Abbiamo scadenze istituzionali da rispettare? Preparare il grosso del lavoro o pianificare quando svolgerlo renderà la nostra routine quotidiana molto più gestibile.
- NON CADERE NELLA TRAPPOLA DELLA PERFEZIONE: spesso ci assegniamo delle priorità che non sono necessariamente tali. Cerchiamo di limitare i nostri impegni alla (già notevole) mole di lavoro che ci richiede il nostro lavoro. Non serve valutare ogni pagina di quaderno, vidimare ogni lavoro, produrre cartelloni o fare “lavoretti” per le festività. Semplifichiamo i nostri impegni: siamo già oberate di richieste e aggiungerne non fa altro che amplificare lo stress.
- DEDICA TEMPO AL TUO BENESSERE: la scuola è un ambiente di lavoro che condiziona in modo importante la vita fuori dal lavoro. Diamo dei limiti. Non svolgiamo lavoro per la scuola dopo una certa ora, non rispondiamo al telefono, non forniamo il nostro recapito telefonico ai genitori. Diamoci un tempo che sia solo nostro, che la scuola non possa reclamare: questo aiuta a rigenerare il senso di sè, fondamentale per un equilibrio interiore.
- CERCA STIMOLI: la stanchezza ci suggerisce di limitare l’esperienza lavorativa a ciò che conosciamo bene e di cui ci sentiamo sicuri. Tuttavia questo genera un meccanismo di frustrazione dovuto alla ripetitività di ciò che ci troviamo a fare. A volte basta una piccola novità per affrontare con entusiasmo una routine stantia.
E voi? Avete altri suggerimenti per affrontare lo stress derivato dal lavoro?
Non prendere personalmente fallimenti o aspettative non corrisposte da parte degli alunni…