CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: Il libro sulla Shoah che regalerei a mio figlio.

Il violino di Auschwitz, una storia vera, struggente e dolcissima, scritta da Anna Lavatelli e sapientemente illustrata da Cinzia Ghigliano edita da Le Rane Interlinea. E’ narrata in prima persona da un violino, l’amico e confidente di una ragazza ebrea come tante che, separata dalla sua famiglia, sopporterà le crudeltà della deportazione grazie alla musica. Un libro sulla Shoah diverso, un libro che conquista e commuove, un libro che i bambini possono amare perché non necessita della parafrasi dell’adulto per essere compreso, scritto con un linguaggio diretto ma delicato e una storia che non si dimentica.

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LA TRAMA: Collin-Mèzil è un violino che fu regalato dal signor Levy alla figlia Eva Maria, detta Cicci, che conserva nella sua cassa armonica tanti ricordi che dopo un lungo letargo vogliono uscire allo scoperto perciò inizia a raccontare la storia di una famiglia ebrea di Torino che amava la musica e che dovette intraprendere il lungo viaggio senza ritorno verso il campo di sterminio di Aushwitz. Eva Maria è una ragazza come tante, innamorata della vita, che sceglie di portare con sé il suo violino e che grazie alla sua musica troverà la forza di resistere alle crudeltà e alle sofferenze. Trova il coraggio di suonare anche nel campo di sterminio e per qualche momento la bella musica cancellò ogni bruttura, ogni dolore. La vita sembrò ancora avere un senso e un valore, anche in un posto come quello.

E la sua musica fu sua “fortuna”, fu trasferita nella baracca delle musiciste a Birkenau, aveva il compito di intrattenere le SS, suonare valzer e mazurke come ad una allegra festicciola, durante le esecuzioni capitali. Piangeva, pensava di non riuscire a sopportare la sua “fortuna” ma riuscì a non arrendersi, perché qualcuno avrebbe dovuto testimoniare quell’orrore. Lei si affidava al suo violino, lo stringeva forte, parlava con lui, gli confidò di voler cercare notizie del fratello Enzo. Conobbe un uomo che riuscì a portarle informazioni sul fratello e un biglietto da parte sua che le diede nuova speranza e fiducia, un biglietto che decise di nascondere nell’unico posto che riteneva sicuro: la cassa armonica del suo violino.

Un notte il violino si spezzò in due e fu portato nelle officine di Monowitz dove rimase insieme a diversi altri oggetti. Eva Maria senza il suo strumento dovette ritornare nella baracca comune ma strappata al suo violino al sua musica smise di combattere e si lasciò andare, morì nel 1944.

Dopo la liberazione dei prigionieri di Aushwitz il fratello Enzo trovò il violino, la sola cosa che gli rimanesse della sua famiglia. Rientrò a Torino e dopo alcuni anni decise di portarlo a riparare dal liutaio ma non passò più a ritirarlo.

Il signor Carlo Alberto Carutti acquistò il violino diversi anni dopo, all’interno della cassa armonica vi era il biglietto arrotolato scritto dal Enzo con il messaggio DER MUSIK MACHT FREI sopra un pentagramma con delle note disegnate e dei numeri, il numero di matricola di Enzo. Portò il violino ad Auschwitz e lo fece suonare da un violinista professionista e che intonò il brano che Cicci amava di più.

Nelle pagine finali del libro si trovano il significato dei titoli dei capitoli (Adagio/Delicato, Sostenuto, Grave, Adagio/Calando…) e l’elenco delle date più significative della storia della Shoah, dal 1922 al 25 aprile 1945. Seguono la brevissima biografia dei protagonisti e la storia del ritrovamento del violino e del messaggio al suo interno.

ETA’ DI LETTURA: dagli 8 anni.

Costo: circa 6 euro

Acquistabile sul sito di Le Rane Interlinea a questo link

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