Ogni insegnante sa di dover riflettere periodicamente sul proprio lavoro, per non cadere nella ripetitività o nell’eccesso di routine. Elenchiamo qui dieci domande da farsi per assicurarsi di svolgere il proprio lavoro in modo consapevole e positivo:
- Fornisco indicazioni chiare ai miei studenti? Spesso diamo per scontato che alcune consegne non abbiano bisogno di chiarimenti o di approfondimento. Tipico esempio è “studia le pagine”: chiariamo agli alunni cosa ci aspettiamo da loro; desideriamo che sappiano le definizioni contenute? Che abbiano chiare le parole chiave? Esplicitiamo le nostre aspettative e questo migliorerà la resa.
- Conosco le aspettative dei miei alunni? Un modo per costruire lezioni efficaci è chiedere agli alunni cosa si aspettano, cosa piacerebbe loro fare. Questo ci aiuta ad individuare quali siano le attese e le attività più motivanti e possiamo regolare la nostra programmazione di conseguenza.
- Ascolto la mia classe? Dedicare un momento al racconto di sè, all’ascolto dei compagni ci ripaga in termini di rapporto umano, di empatia e di relazione positiva come gruppo, tutti elementi che concorrono ad un clima (ed una didattica) efficace.
- Apprezzo in modo esplicito tutti i miei studenti? Dare un feedback positivo ad ognuno farà sentire i nostri studenti come elementi indispensabili della nostra quotidianità. Un bambino che si sente apprezzato è un bambino che si impegna e migliora. Trovate qui il nostro post sul tema: https://viemaestre.com/2019/03/19/gestione-della-classe-16-modi-per-elogiare-gli-studenti-senza-dire-bravo/.
- Adatto la mia didattica secondo le esigenze dei bambini con bisogni educativi speciali? Una classe efficace è quella in cui si adottano misure compensative e dispensative diffuse per tutti, per garantire il successo formativo di ciascuno. Se siete interessati, trovate i nostri post sul tema al link:https://viemaestre.com/2017/09/22/11-strategie-didattiche-per-alunni-dsa/ e https://viemaestre.com/2017/08/31/bes-chi-sono-come-muoversi/
- Coinvolgo le famiglie in modo positivo? Il rapporto con le famiglie va coltivato in modo opportuno, senza eccessive confidenze (noi siamo contrarie alla condivisione dei numeri di telefono o all’inserimento delle maestre nelle chat Whatsapp).
- Curo la mia formazione? Per un docente la formazione dura una vita intera e l’ispirazione può venire da stimoli diversissimi: una mostra, un libro, un film, uno spettacolo teatrale o un corso di aggiornamento. In classe non portiamo solo i contenuti disciplinari ma anche (e soprattutto) il nostro entusiasmo e la voglia di provare cose nuove.
- Propongo attività varie ai miei alunni? La routine è un alleato prezioso ma spesso una trappola infida per chi ha alle spalle molti anni di servizio: la tentazione di lavorare sul modello dei famigerati “quaderni del ciclo precedente” è altissima. Sforziamoci di non ripetere pedissequamente percorsi già svolti ma di cercare nuove strade.
- Trasmetto ai miei alunni la mia motivazione? Se un alunno vede un insegnante entusiasta e curioso, si sentirà immediatamente più coinvolto e predisposto ad apprendere. La comunicazione anche in questo caso è la chiave per trasmettere questi aspetti fondamentali.
- Mi metto in discussione? Il confronto con le colleghe (anche on line!) è prezioso in questo senso, per trovare nuovi stimoli e sperimentare nuove soluzioni, di gestione della classe e di didattica.
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